08/03/12

Orchi e streghe


Capitolo 2 : Il quartiere.

Definire carino, il quartiere dove abitava la famiglia di Rosi, era per lo meno … “originale “. La città era piccola, costruita in mezzo ad una foresta, ma comunque piuttosto industrializzata.  La palazzina si trova in periferia, circondata da altri palazzi e dalle ciminiere di fabbriche non meglio identificate, che sputavano fuori il loro fumo tutto il santo giorno. L’unica cosa, che amava di quel posto era la foresta, ogni tanto se ne rimaneva un po’ a gironzolare tra i primi alberi, era anche il posto dove si nascondeva quando scappava dal fratello, cercava comunque, in ogni caso di non  inoltrasi troppo nel fondo, nonostante l’inquinamento, la foresta rimaneva comunque, un posto pericoloso, ci si poteva perdere ,  c’era sicuramente qualche lupo di qua o di là.  Prima di entrare nel market, per comprare il pane la bambina notò, un ragazzo sui 16 anni che la fissava. Il tipo, aveva lunghi capelli quasi biondi, la pelle chiara e gli occhi celesti, indosso portava dei jeans blu ed una robusta felpa di un qualche gruppo musicale, era convinta di averlo già visto , ma non ricordava in quale circostanza. Nel market, quasi tutti le rivolgevano uno strano sguardo, ( cassiere comprese ) ma ormai c’era abituata. Quando era più piccola, pensava che quello sguardo fosse dovuto al fatto che la gente la ritenesse “ strana ”, ma ora era abbastanza matura, da capire che la madre e la sorella non dovevano, essere proprio ben viste, anche se, comunque, in più di un occasione aveva notato lo stesso sguardo infastidito perfino da uomini, che era sicura facessero “ visita alla mamma”  piuttosto spesso … ma ? ! . Appena uscita dal negozio, non notò subito il ragazzo biondo, in un primo momento pensò che se ne fosse andato, ma dopo una decina di metri in direzione casa, lo notò sbucare da un vicolo in compagnia di suo fratello Charlie e di un altro ragazzo difficile da descrivere, a causa del cappuccio tirato giù sino agli occhi, inoltre, come se non bastasse camminava curvo. Charlie portava i capelli quasi rasati , “ come un nazista “ gli ripeteva spesso la madre, addosso portava un paio di jeans neri ed un maglione anch’esso nero con una svastica rossa disegnata nella zona del cuore. Non era alto, però, era stronzo “ cosa c’entra non lo so, se lo scopro te lo dirò “ pensò senza un motivo preciso, dopo due secondi si vergogno di questo pensiero. Charlie, si stava guardava attorno, non pareva averla vista ma, il ragazzo biondo ad un tratto disse qualcosa (che Rosi non riuscì a capire da quella distanza ) e puntò il dito su di lei, che stupidamente era rimasta li impalata, senza nemmeno tentare di evitare di essere vista. Charlie, guardava ora in direzione della sorella, sorridendo malignamente, i tre ragazzi stavano ora camminando a passo svelto, verso di lei. Charlie, si era infilato una mano nella tasca del maglione, estraendo un piccolo coltello a scatto, Rosi sapeva già del coltello da un paio di settimane, perché glielo aveva visto usare per stringere una vite della bici, ( solo Dio sa come cazzo aveva fatto ha procurarselo). Rosi attivò, il giovane cervellino, si voltò e prese a correre, partirono in corsa anche i tre. Charlie stava gridando qualcosa, con la sua voce orribile, la piccola era troppo occupata a correre e non capì niente. Per strada c’era parecchia gente, ma non sembra molto interessata  a quanto stava accadendo, il massimo che poteva ottenere da quei volti grigi, era l’espressione infastidita quando lei o uno dei tre urtavano, qualcuno che camminava a capo chino sul marciapiede. La bambina era particolarmente spaventata dal nuovo “giocattolo“ del fratello, non tento di seminare i suoi inseguitori per le strade cittadine, bensì, presa dal panico puntò direttamente verso la foresta, purtroppo suo fratello ed i suoi compagni erano particolarmente intenzionati, non ci misero molto ad arrivare alle soglie della foresta. Pochi secondi dopo che lei, si era nascosta lateralmente ad una quercia particolarmente curva. I tre si fermarono. Dalla sua posizione Rosi riuscì a vedere proprio il fratello intento ad ascoltare…
<< ROSI >>
La voce di Charlie rimbombò tre volte , facendo spiccare il volo a decine di passeri che la piccola non aveva notato al suo arrivo. Ma di fatti non si mosse …
Silenzio …
<< ROSI … ESCI FUORI SUBITO CHE NON TI FACCIAMO TANTO MALE >>
Silenzio …
<< ROSIIIIIIIIII>>
Urlò Charlie col coltello, immaginò, cioè, a questo punto la piccola non era più in grado di vederlo, ma lo immaginava, con il pugnale, urlando con quella sua voce schifosa, con quella cazzo di svastica sulla sinistra del maglione. La bambina, presa dal terrore riprese a correre verso la profondità della foresta.  Man mano che Rosi avanzava di corsa, le voci dei tre inseguitori si fecero sempre più rade e lontane, la bambina continuò comunque a correre, per un altro quarto d’ora almeno, fino a quando, non si rese conto che l’unico rumore, che ancora sentiva erano le foglie secche rompersi sotto le sue scarpe da ginnastica. Rosi si guardò, intorno preoccupata, non si era mai inoltrata cosi in profondità, non era neanche tanto sicura di aver corso dritta o di essersi spostata un po’ sulla destra. La bambina, rimase un po’ sul posto ad ammirare i gufi (o forse erano civette) appollaiati sui rami degli alberi, questi ultimi parevano ricambiarla fissandola a loro volta, il sole iniziava ha farsi spazio nel cielo. Poi decise, che era ora di tornare a casa, suo fratello non era poi cosi tenace, aveva sicuramente rinunciato già da un po’. Rosina s’incammino, comunque con circospezione, camminando lentamente per ogni eventualità, non era per niente sicura della direzione, avanzò cercando di orientarsi con gli alberi. 

Nessun commento:

Posta un commento