Capitolo
4: L’interno della foresta.
Rosina
venne svegliata di colpo da un potente ululato, tutt’altro che lontano, il
verso pareva provenire dalla sua destra, la bambina guardò in quella direzione,
non vide nulla, ma udì chiaramente una specie di latrato canino, non ci mise
molto a … “ capire , che questo era
proprio il momento di ” …fuggire. La piccola, scattò di corsa nella
direzione opposta di quella da dove provenivano i versi, dimenticando la sete
ed i dolori alle gambe, corse se possibile, ancora più forte rispetto a quando
era fuggita dal fratello, corse per diversi minuti, si fermò solo, quando senti
alcune gocce d’acqua colpirle il viso, sollevò una mano aperta a mezz’aria
sentendo altre gocce sul palmo, “ fan
culo ” disse sotto voce. Gli alberi non offrivano molta protezione dalla
pioggia, il tempo andava gradualmente peggiorando, per Rosi era nuovamente ora
di correre, si mise lo zainetto sulla testa per ripararsi un po’, e parti verso
una direzione qualsiasi. La bambina era, quasi del tutto zuppa quando, notò
qualcosa che non aveva visto da nessun altra parte della foresta, un albero era
stato tagliato con una sega o qualcosa di simile, ne rimaneva solo il ceppo,
quasi liscio, vicino ad esso l’erba leggermente rada, a Rosi vennero in mente i
sentieri di campagna che si vedevano in tivù. Prosegui in quella direzione ma
mano che Rosi camminava iniziava sempre di più a distinguere per terra un
sentiero, inizio anche, a pensare di essere finalmente vicino alla città, forse
aveva fatto un giro strano e non aveva idea di dove sarebbe sbucata, però
avrebbe potuto chiedere a qualcuno delle indicazioni e comunque era sempre
meglio che rimanere lì. Gli alberi finirono improvvisamente, ma non si trovò
davanti la città, bensì un grande spiazzo verde, al centro di esso stava una
casetta rustica col tetto in tegole, laterale alla casa vi era un grande
albero. Lo spiazzo era completamente circondato dalla foresta, non vi era
traccia della città (anche se col buio e la pioggia era un po’ difficile
esserne sicuri, non era neanche in grado di stabilire di che tipo fosse
l’albero, sul lato destro della casa).
La bambina non indugio, un secondo di più corse verso la porta, dalle
finestre scaturiva una leggera luce. Il primo impulso di Rosi, fu quello di
tentare di aprire la porta di botto, resistette alla tentazione, non voleva
correre il rischio di essere buttata fuori e busso educatamente alla robusta
porta di legno…
Nessuna
risposta, la pioggia cadeva ormai forte e incessante…
Bussò
di nuovo, questa volta meno educatamente…
Silenzio,
coperto dal rumore dell’acqua che colpiva il suolo…
<<
c’è qualcuno … apriteeeeee
>>> urlò disperata …
Nessuna
risposta …
Rosi
iniziò a battere ferocemente sulla porta, infine stremata, si aggrappò alla
maniglia che le arrivava alla bocca e spinse forte sulla porta, che per grazia
di dio era aperta. La prima cosa, che fece una volta dentro, fu chiudersi la
porta dietro le spalle, poi cercò a tastoni l’interruttore della luce, lo trovò
accanto alla maniglia. La prima cosa che notò nella casa fu il camino acceso, (doveva
essere quella la luce che aveva visto da fuori), ci si sedette vicino, il fuoco
era quasi esaurito, ma era sufficiente per asciugarsi un po’. La bambina iniziò
ha guardarsi un po’ intorno, era evidente che non vi fosse nessuno, ma la casa
era chiaramente abitata, a parte il fuoco acceso, vi erano delle foto sui mobili
della cucina, ed il posto non era “troppo”
disordinato (casa sua era decisamente peggio). Vicino al camino vi era un
piccolo televisore, smile a quello che aveva in casa lei, su uno dei mobili
della cucina, vicino alle foto, vi era una grossa bottiglia d’acqua, Rosina si sentii
abbastanza asciutta, e si diresse verso la grossa bottiglia. La prese con entrambe le mani, fortunatamente
non era completamente piena, altrimenti, difficilmente l’avrebbe potuta
sollevarla, anche perché il mobile era un po’ alto per lei. Mentre beveva, notò
che una delle foto era stata scattata in una bella giornata di sole,
nell’albero vicino alla casa, solo ora, si rendeva conto che si trattava di un
melo…
Vi
era anche un uomo seduto, con la schiena poggiata sul tronco e le gambe distese
sull’erba. Teneva la testa un po’ china e lo sguardo distante, era pelato… ma
la cosa strana era il suo colorito verdognolo…? E i suoi denti deformi, era
come se avesse i canini sotto anziché sopra… dei grossi canini, inoltre a prescindere
da ciò, v’era qualcosa di spaventoso nello sguardo, del tipo. Rosina rimase un
paio di secondi a fissare lo sguardo pensieroso della strana figura, poi tentò
di rimettere la bottiglia al suo posto non riuscendoci, si limito ad appoggiarla
in un angolo, passò ad esaminare l’altra foto. La seconda foto, era più rassicurante della
prima, mostra il primo piano di una ragazza, tutto sommato carina, leggermente
imbrunita da un naso troppo pronunciato, dai precoci capelli grigi, la donna
sorrideva tenendo in mano una mela, sulla testa portava un orribile cappello
nero” appuntito”. Rosina trovò una fruttiera in vimini piena di mele sul
tavolo, ne prese una (era buona) si diresse verso una finestra. Pioveva ancora
parecchio fuori, ogni tanto un lampo squarciava le tenebre, per un attimo, Rosi
fu sicura di aver visto un’ombra muoversi, spaventata aprì bene gli occhi,
guardando con più attenzione…un’ altro lampo accese il buio circostante, questa
volta la bambina distinse chiaramente un’alta figura dirigersi a gran velocità
verso l’abitazione.
Rosina
venne presa dal panico, v’era un forte possibilità che la figura che aveva
appena visto, potesse essere la strana creatura della foto che rincasava. Rosi
molto stupidamente, lascio cadere ciò che rimaneva della mela, si guardo rapidamente
intorno, in cerca di un nascondiglio. Vi erano tre porte (tutte in legno) che
non aveva ancora aperto, senza pensare si diresse in quella situata nell’angolo
destro della stanza, l’aprì più in fretta possibile, l’interno era buio riuscì
a distinguere solo un letto matrimoniale ed un guardaroba. Il quale, poteva
essere un buon nascondiglio… ma la bambina non ne era convinta e tentò con
un'altra porta, quella posta sulla parete centrale, vi era solo un piccolo
sgabuzzino, con un lavandino , un paio di scope ed un baule.
Rosina
vi entrò si chiuse alle spalle la porta, piazzo l’occhio destro sul buco della
serratura ed attese …
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