08/03/12

Orchi e streghe


Capitolo 4: L’interno della foresta.

Rosina venne svegliata di colpo da un potente ululato, tutt’altro che lontano, il verso pareva provenire dalla sua destra, la bambina guardò in quella direzione, non vide nulla, ma udì chiaramente una specie di latrato canino, non ci mise molto a … “ capire , che questo era proprio il momento di ” …fuggire. La piccola, scattò di corsa nella direzione opposta di quella da dove provenivano i versi, dimenticando la sete ed i dolori alle gambe, corse se possibile, ancora più forte rispetto a quando era fuggita dal fratello, corse per diversi minuti, si fermò solo, quando senti alcune gocce d’acqua colpirle il viso, sollevò una mano aperta a mezz’aria sentendo altre gocce sul palmo, “ fan culo ” disse sotto voce. Gli alberi non offrivano molta protezione dalla pioggia, il tempo andava gradualmente peggiorando, per Rosi era nuovamente ora di correre, si mise lo zainetto sulla testa per ripararsi un po’, e parti verso una direzione qualsiasi. La bambina era, quasi del tutto zuppa quando, notò qualcosa che non aveva visto da nessun altra parte della foresta, un albero era stato tagliato con una sega o qualcosa di simile, ne rimaneva solo il ceppo, quasi liscio, vicino ad esso l’erba leggermente rada, a Rosi vennero in mente i sentieri di campagna che si vedevano in tivù. Prosegui in quella direzione ma mano che Rosi camminava iniziava sempre di più a distinguere per terra un sentiero, inizio anche, a pensare di essere finalmente vicino alla città, forse aveva fatto un giro strano e non aveva idea di dove sarebbe sbucata, però avrebbe potuto chiedere a qualcuno delle indicazioni e comunque era sempre meglio che rimanere lì. Gli alberi finirono improvvisamente, ma non si trovò davanti la città, bensì un grande spiazzo verde, al centro di esso stava una casetta rustica col tetto in tegole, laterale alla casa vi era un grande albero. Lo spiazzo era completamente circondato dalla foresta, non vi era traccia della città (anche se col buio e la pioggia era un po’ difficile esserne sicuri, non era neanche in grado di stabilire di che tipo fosse l’albero, sul lato destro della casa).  La bambina non indugio, un secondo di più corse verso la porta, dalle finestre scaturiva una leggera luce. Il primo impulso di Rosi, fu quello di tentare di aprire la porta di botto, resistette alla tentazione, non voleva correre il rischio di essere buttata fuori e busso educatamente alla robusta porta di legno…
Nessuna risposta, la pioggia cadeva ormai forte e incessante…
Bussò di nuovo, questa volta meno educatamente…
Silenzio, coperto dal rumore dell’acqua che colpiva il suolo…
<< c’è qualcuno … apriteeeeee >>>  urlò disperata …
Nessuna risposta …
Rosi iniziò a battere ferocemente sulla porta, infine stremata, si aggrappò alla maniglia che le arrivava alla bocca e spinse forte sulla porta, che per grazia di dio era aperta. La prima cosa, che fece una volta dentro, fu chiudersi la porta dietro le spalle, poi cercò a tastoni l’interruttore della luce, lo trovò accanto alla maniglia. La prima cosa che notò nella casa fu il camino acceso, (doveva essere quella la luce che aveva visto da fuori), ci si sedette vicino, il fuoco era quasi esaurito, ma era sufficiente per asciugarsi un po’. La bambina iniziò ha guardarsi un po’ intorno, era evidente che non vi fosse nessuno, ma la casa era chiaramente abitata, a parte il fuoco acceso, vi erano delle foto sui mobili della cucina, ed il posto non era “troppo” disordinato (casa sua era decisamente peggio). Vicino al camino vi era un piccolo televisore, smile a quello che aveva in casa lei, su uno dei mobili della cucina, vicino alle foto, vi era una grossa bottiglia d’acqua, Rosina si sentii abbastanza asciutta, e si diresse verso la grossa bottiglia.  La prese con entrambe le mani, fortunatamente non era completamente piena, altrimenti, difficilmente l’avrebbe potuta sollevarla, anche perché il mobile era un po’ alto per lei. Mentre beveva, notò che una delle foto era stata scattata in una bella giornata di sole, nell’albero vicino alla casa, solo ora, si rendeva conto che si trattava di un melo…
Vi era anche un uomo seduto, con la schiena poggiata sul tronco e le gambe distese sull’erba. Teneva la testa un po’ china e lo sguardo distante, era pelato… ma la cosa strana era il suo colorito verdognolo…? E i suoi denti deformi, era come se avesse i canini sotto anziché sopra… dei grossi canini, inoltre a prescindere da ciò, v’era qualcosa di spaventoso nello sguardo, del tipo. Rosina rimase un paio di secondi a fissare lo sguardo pensieroso della strana figura, poi tentò di rimettere la bottiglia al suo posto non riuscendoci, si limito ad appoggiarla in un angolo, passò ad esaminare l’altra foto.  La seconda foto, era più rassicurante della prima, mostra il primo piano di una ragazza, tutto sommato carina, leggermente imbrunita da un naso troppo pronunciato, dai precoci capelli grigi, la donna sorrideva tenendo in mano una mela, sulla testa portava un orribile cappello nero” appuntito”. Rosina trovò una fruttiera in vimini piena di mele sul tavolo, ne prese una (era buona) si diresse verso una finestra. Pioveva ancora parecchio fuori, ogni tanto un lampo squarciava le tenebre, per un attimo, Rosi fu sicura di aver visto un’ombra muoversi, spaventata aprì bene gli occhi, guardando con più attenzione…un’ altro lampo accese il buio circostante, questa volta la bambina distinse chiaramente un’alta figura dirigersi a gran velocità verso l’abitazione.
Rosina venne presa dal panico, v’era un forte possibilità che la figura che aveva appena visto, potesse essere la strana creatura della foto che rincasava. Rosi molto stupidamente, lascio cadere ciò che rimaneva della mela, si guardo rapidamente intorno, in cerca di un nascondiglio. Vi erano tre porte (tutte in legno) che non aveva ancora aperto, senza pensare si diresse in quella situata nell’angolo destro della stanza, l’aprì più in fretta possibile, l’interno era buio riuscì a distinguere solo un letto matrimoniale ed un guardaroba. Il quale, poteva essere un buon nascondiglio… ma la bambina non ne era convinta e tentò con un'altra porta, quella posta sulla parete centrale, vi era solo un piccolo sgabuzzino, con un lavandino , un paio di scope ed un baule.
Rosina vi entrò si chiuse alle spalle la porta, piazzo l’occhio destro sul buco della serratura ed attese …

Nessun commento:

Posta un commento