Due settimane, due maledettissime settimane erano passate da quel 1° agosto quando la mia compagna mi aveva "sfrattato".
"Hai 15 giorni di tempo per trovarti
un'altra casa" mi urlò al termine dell'ennesimo litigio.
Ho passato in rassegna quasi tutti i giornali di annunci per trovare in affitto un appartamento ammobiliato ma nulla che potesse fare al caso mio. Ieri sera ho finito di preparare le mie cose nelle valigie e nelle borse, caricato tutto in auto ed ora, in pieno ferragosto mi trovo praticamente per strada, rassegnato a rifugiarmi in qualche pensioncina da pochi soldi perché non so quanto durerà l'emergenza. Fuori fa un caldo mostruoso, la città è deserta e, tra me e me, penso "dove cazzo la trovo una casa a ferragosto?"
Ho passato in rassegna quasi tutti i giornali di annunci per trovare in affitto un appartamento ammobiliato ma nulla che potesse fare al caso mio. Ieri sera ho finito di preparare le mie cose nelle valigie e nelle borse, caricato tutto in auto ed ora, in pieno ferragosto mi trovo praticamente per strada, rassegnato a rifugiarmi in qualche pensioncina da pochi soldi perché non so quanto durerà l'emergenza. Fuori fa un caldo mostruoso, la città è deserta e, tra me e me, penso "dove cazzo la trovo una casa a ferragosto?"
Tutti
i proprietari saranno in vacanza, spaparanzati sulla sdraio in spiaggia. Io
invece in auto a cuocermi nel caldo cittadino tra mille pensieri sul passato,
sul presente, ma soprattutto sul futuro, nero come la notte. Notte che si avvicinava
a grandi passi, mentre io non avevo nemmeno idea di dove l'avrei passata. Avevo
sete e tutti i bar e negozi della zona erano chiusi. Mi ero scordato che a
ferragosto nessuno lavora e nemmeno il mio cervello riusciva a lavorare per
trovare una soluzione a questo casino in cui mi ero ficcato. Maledire il
passato non sarebbe servito, se avessi pensato al futuro avrei speso gli ultimi
soldi per comprare una pistola e farla finita. No, meglio pensare al presente e
vediamo che succede. Passai davanti ai giardini pubblici la cui fontanella mi
sembrava l'unico ristoro accessibile, per giunta gratuito. Mi risciacquai il
viso, mi dissetai con l'acqua fresca e poi mi sedetti nella panchina lì a
fianco. L'occhio mi cadde su un portagiornali dove vengono lasciate le riviste
di annunci. Quella testata non l'avevo mai vista in città e ne presi una copia
più che altro per passare il tempo e per utilizzarlo come ventaglio che per la
speranza di trovare qualcosa di interessante. Cominciai a leggere gli
annunci, ma erano sempre gli stessi. Tutti gli appartamenti erano privi
dei mobili. "Ma dove cazzo mi preparo il caffè", urlai dentro di me,
"se non ho una cucina?" Poi, improvvisamente, mi apparve la
luce, quando lessi un brevissimo annuncio, nascosto in coda a tutti gli
altri, buttato lì quasi per occupare uno spazio vuoto del giornale e che
diceva "AAA affittasi appartamenti
ammobiliati, di diverse metrature. telefonare al n. xxxxxxxxxx". Già,
ma c'era sempre il problema della festività che mi avrebbe impedito di risolvere
il mio problema in giornata, ma almeno avevo in mano un contatto ed era già un
buon punto di partenza.
Pensai - ma più che altro mi sembrava un'illusione - magari il proprietario è una persona anziana che non ama andare in spiaggia e che è rimasto in città. Composi il numero, mal celando una certa trepidazione, e mi rispose una voce femminile, garbata, all'apparenza giovanile. Le spiegai il motivo della chiamata e con mio grande stupore mi rispose che avremmo potuto vederci anche subito. Mi chiese dove mi trovassi; i giardini pubblici non erano distanti da lei per cui mi disse di aspettarla lì. Mi sembrava troppo bello poter quanto meno visionare alcuni appartamenti già il giorno di ferragosto.
Pensai - ma più che altro mi sembrava un'illusione - magari il proprietario è una persona anziana che non ama andare in spiaggia e che è rimasto in città. Composi il numero, mal celando una certa trepidazione, e mi rispose una voce femminile, garbata, all'apparenza giovanile. Le spiegai il motivo della chiamata e con mio grande stupore mi rispose che avremmo potuto vederci anche subito. Mi chiese dove mi trovassi; i giardini pubblici non erano distanti da lei per cui mi disse di aspettarla lì. Mi sembrava troppo bello poter quanto meno visionare alcuni appartamenti già il giorno di ferragosto.
Passarono
5 minuti ed una Porsche nera sfrecciò lungo il viale fermandosi proprio davanti
ai giardini. Scese una ragazza poco più che ventenne, si avvicinò e mi chiese
se ero io la persona che l'aveva chiamata per gli appartamenti. Al mio assenso
mi fece cenno di seguirla. Volai in auto e la seguii cercando di non
perderla di vista. La mia utilitaria faceva fatica a tenere il passo della sua auto
sportiva, ma tutto andò bene perché il viaggio durò pochissimo. Scendemmo dalle
rispettive macchine parcheggiate davanti ad un palazzo di una decina di piani,
ma il mio sguardo era distolto dalla bellezza della ragazza. Non molto alta,
mora, abbronzata. Un elegante vestito rosso metteva in evidenza un
corpo perfetto e 2 gambe mozzafiato. Il mio cervello era un frullato di
pensieri e solo il suo richiamo alla realtà contribuì a metterlo sulla retta
via.
"Ecco, questo è il palazzo con i miei
appartamenti" mi disse con voce decisa, ma allo stesso tempo gentile.
"Vogliamo salire?" – aggiunse
- ed io risposi di si anche se i miei pensieri ed il mio sguardo erano
rivolti a lei.
Era
uno strano palazzo, costruito per 3 piani in muratura e per il resto con pareti
di metallo e vetro. Chiamammo l'ascensore, ma non si aprì, era guasto. Salimmo
le scale fino al primo piano. L'aria
condizionata non rese pesante la salita, anzi, mi sembrò di vivere in paradiso
rispetto ai 40 gradi dell'esterno. Lei bussò ad una porta, questa si
aprì ed apparve l'inquilina. La proprietaria chiese il permesso di entrare perché
voleva farmi vedere com'erano strutturati gli appartamenti. L’inquilina, molto
gentilmente ci fece entrare, mi salutò con un sorriso e mi diede la mano. Oltre
a questa inconsueta gentilezza nei confronti di uno sconosciuto, di lei mi
colpì una strana collanina, simile ad un collarino stretto, di color rosa, con
incise una S ed una F maiuscole. Ben presto però il mio sguardo si rivolse
verso la stanza ed i relativi mobili. In fondo era la cosa che più mi
interessava. Rimasi a bocca aperta! C'erano tutti i comfort che si potessero
immaginare. Non mi servì vedere nessun'altra stanza. Il soggiorno e la cucina,
elegantemente arredati ed ottimamente climatizzati, erano sufficienti per farmi
pensare che avevo trovato casa.
Uscimmo
nel corridoio e le manifestai tutto il mio apprezzamento, ma anche la mia paura
circa il prezzo che avrebbe potuto costare. La risposta che la ragazza mi diede
fu agghiacciante:
"Il problema non è il prezzo, 600 euro
mensili, ma è il fatto che tutti gli appartamenti del piano sono occupati".
Che
sfortuna pensai tra me e me. Salimmo le scale e la scena si ripeté. Il costo
degli appartamenti del 2° piano era di 700 euro ma pure quelli erano tutti
occupati. Erano meno belli rispetto a quelli del primo piano, ma
dignitosi.
Salimmo
al 3° piano, entrammo e vidi che gli appartamenti erano maltenuti con mobili
molto vecchi. L'ottimismo iniziale stava lasciando il posto a molte
perplessità, anche in virtù del fatto che il loro prezzo era di 800 euro. Tuttavia,
essendo tutti occupati il problema non si poneva. Salimmo al 4° piano, il primo
con le pareti di vetro. Non c'era traccia di aria condizionata e la temperatura
era, se possibile, ancora più alta che all'esterno. Il sole picchiava sulle
pareti di vetro e la parte in metallo era bollente. La ragazza aprì una porta,
senza bussare, perché l'appartamento era vuoto. I mobili erano in uno stato
ancora peggiore che al piano di sotto, ricoperti dalla polvere spessa un
centimetro, sporcizia ovunque. La ragazza notò che non ero entusiasta, ma
le chiesi ugualmente il prezzo; la sua risposta mi tolse gli ultimi dubbi.
"Il costo di questi appartamenti è di 1000
euro".
Ero
rimasto senza fiato e senza parole. Non potevo credere che un appartamento
fatiscente costasse 1000 euro mentre quelli al primo piano, nel lusso,
costavano poco più della metà.
Uscimmo
dall'appartamento per affrontare nuovamente le scale quando io la fermai
chiedendole:
"Ma gli appartamenti ai piani superiori sono
sempre peggio di quelli sottostanti?"
La
ragazza mi rispose in modo chiaro e sincero:
"Si, più si sale e peggiore è la qualità
degli appartamenti. Vede, il palazzo l'ho acquistato così e
se affittassi i piani alti in rapporto alla loro qualità, il palazzo si
riempirebbe di gente malfamata, di drogati, di extracomunitari, facendomi
scappare anche le persone per bene".
Il
suo ragionamento aveva la sua logica, ma intanto il mio problema era ancora lì,
irrisolto. La ragazza mi chiese se avevo intenzione di fermarmi. Le risposi che
non ce l'avrei mai fatta a vivere in un appartamento così malmesso ed
oltretutto ad un prezzo esagerato rispetto alle mie possibilità. Riuscii ad
aggiungere solamente la parola "rinuncio", piegai
il viso e mi misi a piangere. La ragazza capì la mia situazione di estrema
difficoltà mi si avvicinò, mi diede una carezza e mi chiese:
"Non ha un letto per dormire questa sera?"
A
malapena le risposi di no, continuando nel mio pianto.
"Non piangere" mi disse. "Se ti va, posso ospitarti per qualche
giorno a casa mia. Il tempo di trovare una soluzione al tuo problema. Contatterò
degli amici che forse potranno aiutarti".
Come
un bambino smisi di piangere e risposi:
"Davvero?"
"Certo, dai, seguimi che è ora di cena".
Scendemmo
le scale, salimmo in macchina e partimmo in direzione di casa sua. Tra me
e me pensavo "magari le piaccio e ci scappa pure una scopata. Per quale altro motivo
mi avrebbe ospitato a casa sua? In fondo nemmeno mi conosce, potrei essere un
delinquente. Uno sconosciuto lo porti in casa solo se ti va di scoparlo".
Evidentemente il caldo e l'avvicendarsi di emozioni contrapposte avevano
fuso il mio cervello, però stavo bene... molto bene e questa era la cosa più
importante.
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