17/09/12

All'inferno e...Ritorno Capitolo 5: Giocattolo per Tre


Stavo quasi per addormentarmi quando le campane di mezzogiorno mi svegliarono. Non avevo molta fame. Tutto quello che era successo nelle ultime 24 ore mi aveva stravolto anche lo stomaco, oltre che la mente. Ora mi attendeva la presentazione alle 2 amiche e mi chiedevo cosa nascondesse questa novità anche se qualche sospetto ce l'avevo. Mi alzai ed andai in bagno a sistemarmi un po’. Non volevo che la Padrona mi trovasse con i capelli arruffati e la faccia da rincoglionito. Aprii il frigo, non c'era granché. Da un armadio presi dei crackers, giusto per non rimanere proprio a digiuno. Un sorso d'acqua ed una pesca completarono il mio lauto pranzo, poi accesi la tv ed aspettai l'arrivo delle 3 ragazze.
Verso le 14 il rumore della Porsche mi fece sobbalzare. Spensi la tv ed andai verso la porta, senza avvicinarmi troppo. Sentii le sonore risate delle ragazze che si avvicinavano, poi il rumore della chiave e la porta che si aprì. Si presentarono davanti a me 3 bellissime donne, vestite tutte e 3 in modo molto provocante, ma erano davvero belle tutte, non solo per la minigonna da urlo che indossavano.
"Questo verme è il mio schiavo", esordì la mia padrona. Le sue amiche, una sulla trentina e l'altra sui 40 anni, mi squadrarono da capo a piedi e, vedendomi vestito solo con il grembiule, scoppiarono a ridere. Mi sentii umiliato di fronte a loro, ma non ebbi tempo e modo nemmeno di abbassare il capo che la mia Padrona mi disse, con tono deciso ed autoritario:
"Questa - rivolgendosi alla donna più giovane - è Mistress Pamela e lei è Mistress Claudia. Dovrai eseguire tutti gli ordini che ti impartiranno come se te li dessi io. Ok? Vedi di non farmi fare figuracce; ed ora vai in cucina e preparaci il caffè".
Andai in cucina senza fiatare; mentre attendevo che il caffè fosse pronto, preparai i piattini, le tazzine ed i cucchiaini e li sistemai su un vassoio rosso oltre alla zuccheriera. Sentivo le ragazze che ridevano e si gustavano il momento. Mi presentai da loro con il vassoio, erano sedute sul divano e le minigonne mettevano in risalto le gambe accavallate. Qualunque uomo, davanti a tanto spettacolo si sarebbe eccitato ed io non fui da meno; sentivo il mio sesso in fibrillazione. Miss Federica aveva in mano un frustino e credo che il vassoio che avevo tra le mani mi avesse salvato da una frustata che avrebbe fatto smorzare il piacere che stavo provando di fronte a così tanta bellezza.
Appoggiai il vassoio sul tavolino posto davanti il divano dov'erano sedute, chiesi a Mistress Pamela ed a Mistress Claudia quanto zucchero desiderassero, poi misi una punta di zucchero nella tazzina di Miss Federica facendo molta attenzione a non esagerare, quindi mescolai le 3 tazzine e porsi il vassoio affinché potessero prenderle in mano senza doversi allungare.
"Che bravo schiavo che hai, Federica" fece Mistress Pamela.
La mia Padrona non replicò, anzi, mi ordinò di andare in cucina a prendere un portacenere, mentre loro degustavano il caffè. Ritornai da loro con il portacenere.
"Mettiti a 4 zampe davanti a noi - mi disse Mistress Claudia - e tieni il portacenere tra i denti.... avvicinati di più".
Obbedii senza fiatare all’ordine di Mistress Claudia, come mi aveva ordinato la mia Padrona, si accesero tutte e 3 una sigaretta che ogni tanto sbattevano sul portacenere che tenevo in bocca. Mentre parlavano dei fatti loro notai che le loro gambe non erano più accavallate, ma aperte, tanto da farmi intravvedere i loro sessi. Tutte e 3 erano senza slip e credo che il loro mostrarsi non fosse stato casuale ma volto a vedere la mia reazione. Dentro scarpe eleganti e dai tacchi a spillo lunghissimi Miss Federica e Mistress Pamela indossavano autoreggenti nere, mentre Mistress Claudia indossava il reggicalze, pure quello nero.
Tutt'ad un tratto la mia Padrona esclamo:
"Oddio, ci siamo dimenticate del caffè per il mio schiavo".
Mi ordinò di far sgocciolare il caffè rimasto in 2 tazzine nella terza, poi mi disse:
"Che peccato, ce n'è davvero poco, dovremo allungarlo; come lo preferisci, verme?"
"Macchiato, Padrona", fu la mia risposta, memore di quanto accaduto in mattinata.
Scoppiarono tutte e 3 in una sonora risata; Miss Federica prese la tazzina e ci sputò dentro, poi la passò alle 2 amiche che fecero altrettanto.
"Prendi il portacenere - mi ordinò Mistress Claudia - e versa tutta la cenere dentro la tua tazzina del caffè"
Eseguii l'ordine. Versai la cenere e mescolai.
"Fammi vedere" - mi disse Mistress Pamela - "vedi che è macchiato?" Seguì un'altra risata.
"Ora bevi" mi ordino la mia Padrona ed io eseguii, poi aggiunse:
"E ringraziami che per questa volta non ti faccio mangiare le cicche. Ho troppa voglia di giocare e non voglio perdere tempo".
"Grazie Padrona" furono le uniche parole che pronunciai. Mi sentivo proprio un verme, come mi chiamava lei.
"Ti piace giocare a carte?" mi chiese la Padrona
"Si, certo, Padrona".
"Apri quel cassetto, prendi un mazzo di carte, e le conti qui, sul tavolino. "
Presi le carte, le contai e le dissi:
"Sono 52 più 2 jolly".
"Togli un jolly e lascialo sul tavolino, uno è già troppo e raccogli le altre carte".
Poi prese un guinzaglio, lo applicò al mio collare e ci indirizzammo tutti e 4 verso la stanza degli orrori. Appena arrivati mi ordinò di mettermi nudo e mi fece inginocchiare al centro della stanza. Aprì un cassetto, prese alcune candele, alcuni ceri grossi ed una decina di candelette basse e larghe racchiuse in alluminio che accese al momento poi, rivolgendosi alle sue amiche:
"Ragazze, ora comincia il divertimento, faremo un gioco che non avete mai fatto; ascolta bene anche tu, verme! Qui in mano ho 53 carte, 52 tradizionali più una carta jolly; le allargherò, coperte, su questo tavolino poi a turno una di noi ne sceglierà una. Se esce una carta a Picche sarai tu, Pamela, ad infliggere una punizione che inizi con la P o che contempli qualche oggetto, strumento o parte del corpo iniziante con la P. Se esce una carta a Cuori, sarai tu, Claudia, a prenderti cura dello schiavo infliggendo una punizione che inizi con la C o che contempli qualche oggetto, strumento o parte del corpo iniziante con la C. Se esce una carta a Fiori sarò io, Federica, ad infliggere una punizione che inizi con la F o che contempli qualche oggetto, strumento o parte del corpo iniziante con la F. Le carte a quadri invece servono a movimentare ed a variegare il tutto; alla prima carta a quadri il numero di punizioni diventa pari al valore di tutte le carte successive, le figure valgono 10. Alla successiva carta a quadri il numero di punizioni diventa libero a discrezione della Mistress di turno. La terza carta a quadri riporta il numero di punizioni al valore fisso di 1. Il gioco andrà avanti finché non verrà pescato il jolly, carta che rappresenterà la salvezza dello schiavo. Che ne pensate?"
"Ma è fantastico", rispose Mistress Claudia e Mistress Pamela aggiunse "dai dai, cominciamo subito. "
Oddio, pensai tra me e me, qui si mette male la faccenda; guardai Miss Federica con occhi imploranti, ma lei, senza pietà mi disse:
"Hai detto tu che ti piace giocare a carte, non è colpa mia se conosco solo questo gioco; vedrai che piacerà anche a te e sono sicura che stasera mi ringrazierai".
Dicendo questo mescolò le carte e le allargò sul tavolino. Mistress Claudia estrasse la prima carta e fu una carta a Fiori era il turno di Miss Federica per una punizione iniziante con la F. La Padrona mi prese al guinzaglio e mi fissò polsi e caviglie alla croce, prese una frusta e, dopo avermela fatta annusare tutta si allontanò di qualche passo e quindi mi diede una frustata nel petto. Fu particolarmente forte e non resistetti a lanciare un urlo di dolore.
"Coraggio, verme, siamo solo agli inizi, prima che esca il jolly....."
e non aggiunse altro. Ripose la frusta al suo posto e si avvicinò al tavolino per estrarre la successiva carta e fu una carta a Cuori. Mistress Claudia pensò un istante poi si avvicinò a me, mi slegò dalla croce lasciandomi i bracciali ai polsi ed alle caviglie, mi prese al guinzaglio e mi trascinò verso un angolo della stanza dove a terra erano fissati 4 ferri ad U.
"Distenditi lì", mi disse.
Utilizzando 4 ganci fissò i miei polsi e le mie caviglie ai 4 ferri posti a terrà poi iniziò a camminare lentamente attorno a me, si mise a gambe aperte sopra la mia testa così che potessi intravedere il suo sesso.
"Ti piace, schiavo?"
"Si, Mistress Claudia" risposi, credendo di farle un complimento.
"E chi ti ha dato il permesso di guardare la mia intimità? Federica, Pamela, gliel'avete dato voi il permesso?"
"No" risposero in coro.
Rivolgendosi a me disse solamente:
"Hai commesso un grave errore, verme, ed ora dovrò punirti".
Si tolse una scarpa ed appoggiò il suo piede sui miei occhi, poi alzò l'altro piede poggiando tutto il suo peso sul mio viso rimanendovi per pochi secondi; poi si indirizzò verso il mio sesso giocandovi con la punta e con il tacco dell'altra scarpa. quindi salì con tutti e 2 i piedi sulla mia pancia e cominciò a calpestarmi; sentivo il suo tacco lunghissimo ed appuntito affondare nella mia carne, lo sentivo fin dentro lo stomaco; per fortuna era magra e quindi il suo peso non era esorbitante, ma quel tacco era infernale. Camminando qua e là per il mio corpo si soffermò con il tacco su un mio capezzolo, ci giocò un po’ e poi lo schiacciò con tutto il suo peso; si mise a ridere e guardandomi mentre mi contorcevo dal dolore mi disse:
"Vedi, i vermi come te si schiacciano così".
Poi discese dal mio corpo e si diresse verso il tavolino per estrarre la successiva carta; e fu una carta a Picche. Era arrivato il turno di Mistress Pamela la quale si avvicinò a me con una sedia in mano. l'appoggio al mio fianco e si sedette. mi fece un sorriso e la cosa mi fece piacere. Lentamente cominciò ad accarezzarsi le gambe, dapprima i polpacci e poi su fino alle cosce; con movimenti altrettanto lenti si tolse una prima calza rovesciando l'interno all'esterno, mi ordinò di aprire la bocca e me la infilò tutta quanta. Sentivo il sapore del suo piede mentre si tolse l'altra calza e quindi avvolse con entrambe il mio viso all'altezza del naso in modo che potessi annusarle. Poi mi ordinò di leccarle il piede destro, dapprima le dita poi mi mise in bocca l'intero piede fin quasi a farmi vomitare; mi fece ripetere la stessa cosa con l'altro piede per alcuni minuti. Al termine salì in piedi e si mise a fare alcuni passi per la stanza; in un primo momento non capii il motivo poi si avvicinò nuovamente a me e mi disse:
"Camminando per la stanza i miei piedi si sono sporcati; e tutto per colpa della tua saliva. Provvedi a pulirli per bene!"
Ripetei l'operazione fatta in precedenza ma questa volta il sapore dei suoi piedi era ben diverso. erano sporchi di terra che mi rimaneva in bocca, impastata con la mia saliva; mi faceva quasi vomitare, ma continuai, nella speranza che la cosa le desse piacere. Le resi i piedi puliti come prima, riprese le calze, le indossò ed andò verso il tavolino a pescare la carta successiva. Fu una carta a Quadri e vidi nel volto delle Mistress una certa soddisfazione. D'ora in poi le punizioni sarebbero state in base al valore della carta pescata. Mistress Pamela scartò la carta a quadri e pescò una successiva. pescò il 2 di Picche. Era nuovamente il turno di Mistress Pamela che avrebbe dovuto darmi 2 punizioni. Si avvicinò alla mia Padrona, parlarono a bassa voce poi Miss Federica aprì un cassetto. estrasse un oggetto nero simile ad una maschera; Mistress Pamela lo prese e si avvicinò a me. era proprio una maschera in pelle nera. me la fece indossare e poi la legò dietro la nuca molto stretta, quasi da farmi male. Controllò che fosse bel attillata ed aderente alla mia testa; era praticamente una seconda pelle perché non si muoveva nemmeno di un centimetro. All'altezza della bocca era stato applicato e cucito un cilindro in plastica per metà rimaneva esterno alla maschera e per l'altra metà mi entrava in bocca. Poi prese un imbuto e lo infilò nella parte esterna del cilindro e mi disse:
"Oggi ha fatto tanto caldo, ho bevuto molto ed ho una voglia pazzesca di pisciare".
Si alzò la gonna, si abbassò fino all'altezza dell'imbuto ed iniziò a pisciarvi dentro, lentamente in modo che non soffocassi e potessi berla tutta. Non fu moltissima come pensavo, ma non era finita qui. era uscito il 2 di picche infatti... Mi slegò i polsi, mi fece alzare in piedi, mi tolse la maschera e mi chiese:
"Ti è piaciuta?"
Risposi di si anche se in verità il sapore era aspro, ma non avevo scelta. Mi prese al guinzaglio e mi trascinò dietro a se in direzione del bagno; prese dalla stanza una panchina e la posizionò vicina al water.
"Distenditi all’indietro fino ad infilare la testa dentro al water più dentro che puoi ed apri bene la bocca."
Eseguii l'ordine ed infilai la testa dentro al water. Mistress Pamela alzò la sua gonna, si sedette sopra la mia testa e completò la pisciata. questa volta senza freni. Un getto violentissimo ed interminabile innaffiò la mia testa e riempì la mia bocca; quando terminò mi disse:
"Ora pulisci la mia fica con la lingua, non vorrai che mi sporchi la gonna".
Cominciai a leccarla, dapprima odorante d'urina, poi pian piano il sapore divenne più gradevole; sentivo che la mia lingua la eccitava. poi d'un tratto si alzò e mi disse con voce sprezzante:
"Alzati, mettiti in ginocchio ed infila nuovamente la testa dentro al water per davanti; sei una merda e questo è il posto dove va a finire la merda".
Obbedii senza fiatare perché ero davvero senza forze e senza fiato; chiamò a sé Miss Federica e Mistress Claudia che avevano assistito a tutta la scena sulla porta del bagno. Sentii 3 piedi che premevano forte sulla mia nuca quasi a cacciarmi dentro al water; quando fui dentro al massimo fu premuto il bottone dello sciacquone che lavò tutta la mia testa.
Al termine Miss Federica mi disse:
"Hai un minuto per rimetterti a posto e venire di là e, mi raccomando, usa gli asciugamani di carta".
Mi asciugai velocemente e ritornai in stanza dalle Mistress. La Padrona mi agganciò un polso alla croce e poi, rivolgendosi alle sue amiche disse:
A veder bere il mio schiavo mi è venuta una sete.. che ne dite di un drink?” “Volentieri”, risposero Mistress Pamela e Mistress Claudia e tutte e 3 rientrarono in soggiorno lasciandomi solo.

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