La
mattina dopo fui svegliato dalla Mistress che, aprendomi la porta della gabbia
e buttandomi addosso il mio grembiule disse:
“Veloce, vestiti che la tua Padrona ti
aspetta di sopra, ritorni a casa”.
Ero
felice di questa notizia, non vedevo l’ora di far ritorno da Padrona Federica.
Salimmo le scale sempre tenuto al guinzaglio e quando la vidi in soggiorno le
accennai un lieve sorriso. Lei ricambiò e, rivolgendosi a Mistress Pamela
disse:
“Certo che me l’hai stropicciato un po’; lo
vedo un po’ malconcio. Si è almeno comportato bene?”
“Sai Federica, ho sperimentato su di lui il
mio nuovo giocattolo, una vera figata. La prossima sessione con te e Claudia la
vorrei fare qui da me. Si, tutto sommato è stato bravino; ho sempre detto che
sei stata fortunata a trovarlo”.
“Bene, mi fa piacere, cerchèrò di
risollevarlo un po’ io; sono in astinenza”. E scoppiarono entrambe a
ridere.
Salimmo
subito dopo in macchina. Io ero un po’ mogio perché sapevo che mi attendeva
un’altra sessione. La Padrona ,
invece era serena e tranquilla, quasi felice direi. Ad un certo punto squillò
il cellulare della Padrona; lei accostò per rispondere:
“Si, sono io”, rispose all’interlocutore; poi guardò l’orologio e continuò la conversazione dicendo: “Va bene tra un’ora ai giardini pubblici?”
“Si, sono io”, rispose all’interlocutore; poi guardò l’orologio e continuò la conversazione dicendo: “Va bene tra un’ora ai giardini pubblici?”
Si
accordarono per un incontro, presumo, di lì ad un’ora ai giardini pubblici,
poi, rivolgendosi a me disse, senza troppo entusiasmo:
“Ho una bella notizia per te; ho trovato la
tua nuova casa”.
“Davvero?” risposi, facendo la faccia di
un bambino di fronte ad un nuovo giocattolo che ha tanto desiderato.
“Si si. Adesso andiamo a casa, ti fai una
doccia e poi ti accompagno”.
Non
riuscivo a trattenere la mia felicità, avrei voluto abbracciarla; finalmente
uscivo da un incubo ed avrei potuto iniziare una nuova vita. Arrivammo a casa e
seppur ancora dolorante alle caviglie sono corso verso l’ingresso. La Padrona aprì la porta, mi
fece entrare e mi invitò ad andare a lavarmi senza perdere tempo.
“Lavati e quando hai finito aspettami qui in
soggiorno, nudo”.
“Va bene Padrona. Sarò veloce” risposi
quasi eccitato.
In
realtà ero troppo felice; finalmente avrei potuto vivere nella mia casa, vivere
una vita normale e, chissà, magari poteva nascere qualcosa di “normale” tra me
e Federica”. La fantasia viaggiò per tutto il tempo che rimasi in bagno; lavato
velocemente, asciugato ancor di più, uscii e rimasi in soggiorno, nudo come mi
aveva ordinato la Padrona. Credo
che abbia sentito il mio arrivo perché mi chiamò subito dopo con voce
dolcissima:
“Entra pure nella mia stanza”.
Entrai
quasi in punta di piedi e lo spettacolo che mi si presentò agli occhi fu di
quelli che ti tolgono letteralmente il fiato. Bella, bellissima, in reggiseno e
reggicalze neri ai bordi del letto dalle lenzuola bianchissime.
“Stenditi sul letto con la testa sporgente
sul lato, ecco così va bene. Ora chiudi gli occhi ed aspetta”.
La
sentii entrare in bagno ma non osai aprire gli occhi. Provavo allo stesso tempo
paura ed eccitazione per quello che sarebbe potuto accadere di lì a poco. Non
dovetti attendere molto perché sentii i suoi passi avvicinarsi a me.
“Rilassati adesso, non aver paura”
furono le sue tranquillizzanti parole.
Sentivo
il profumo del suo sesso, vicinissimo al mio viso, ma rimasi fermo in attesa
della sua iniziativa. E non si fece attendere molto:
“Ora spalanca la bocca”.
Sentii
il suo sesso appoggiarsi alla mia bocca e rilasciare alcune gocce di urina che
subito ingoiai.
“Bravo, vedo che hai imparato bene. Quasi
quasi ti trattengo qui come schiavo. Dai, scherzo. Ora lecca pure la mia fica.
Leccala fino a farmi godere”.
Non
mi feci pregare ed iniziai a leccare, mentre le sue mani e le sue unghie
giocavano con il mio corpo, con i miei capezzoli, stringendoli, graffiandoli,
tirandoli. I suoi gemiti si stavano intensificando mentre anche il mio sesso
diventava sempre più desideroso. Si tolse da quella posizione, mi spinse al
centro del letto e poi mi saltò letteralmente addosso prendendo in bocca il mio
sesso mentre io continuavo a leccarla. Fu un 69 tanto breve quanto intenso che
sfociò in un doppio orgasmo che da troppo tempo non provavo. Mi sentivo in
paradiso. Ci accarezzammo per qualche minuto, la ringraziai per questo bel
momento trascorso assieme a lei, poi fu Federica a riportarmi con i piedi per
terra dicendomi:
“Dai, dobbiamo traslocare. Metti nelle
valigie e nelle borse tutta la tua roba. Io mi vesto e partiamo subito”.
Avrei voluto restare lì, accanto a lei per ore ed ore, ma la voglia di
una casa nuova, tutta mia era troppo forte; in fondo avremmo potuto rivederci
ancora, con maggior calma. Saltai giù dal letto veloce come un lampo ed in 5
minuti ero pronto con valigie e borse ai miei piedi.
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