Caricai
velocemente borse e valigie nella mia auto e partimmo in direzione della nuova
casa. Lei faceva strada con la sua Porsche ed io subito appiccicato, quasi per
paura di perderla. Trascorsi 5 minuti transitammo davanti i giardini pubblici e
Federica rallentò fino a fermarsi poco distante da dove ci incontrammo pochi
giorni prima. Sul ciglio della strada c’era una ragazza dall’aspetto triste
appoggiata ad un’auto. Federica abbassò il finestrino ed alle sue parole la ragazza
annuì e poi salì nella propria vettura. Ripartimmo con Federica davanti, io al
centro e la ragazza in coda e con mio sommo stupore ci fermammo davanti allo
strano palazzo che mi aveva già fatto visitare. Non nego che ero in preda alla
confusione più totale tanto che mi fermai sulla destra senza nemmeno
parcheggiare. Federica invece aveva parcheggiato la sua Porsche, ne scese,
parlò un attimo con la ragazza e, quindi,
avvicinandosi alla mia macchina disse:
“Beh, che fai? Non parcheggi? Siamo arrivati
a destinazione; prendi i bagagli e seguimi”.
“Si, si,” balbettai, “ora parcheggio”.
Parcheggiare
l’auto e scaricare i bagagli fu rapidissimo come bere un bicchiere d’acqua in
pieno deserto. Entrammo nel palazzo e Federica chiamò l’ascensore.
“Meno male che Luci l’ha riparato”.
“Luci?” le chiesi non capendo cosa
volesse dire.
Federica
scoppiò in una fragorosa risata.
“Luci è il portiere del palazzo, si occupa prevalentemente
di manutenzioni elettriche, per questo lo chiamiamo Luci, ma puoi rivolgerti a
lui per qualsiasi cosa e ti sarà di aiuto”.
Salimmo
al 1° piano e, ricordandomi della disposizione degli appartamenti non nascosi
il mio stupore:
“Ma Federica, al 1° piano ci sono gli
appartamenti di lusso, quelli che costano poco; ma non erano tutti occupati?”
“No”, rispose Federica, “non posso darli in affitto al primo che me
lo chiede; devo pur metterlo alla prova e vedere se lo merita. E tu te lo sei
meritato; sei stato molto bravo”.
“Grazie di cuore Federica, sono felicissimo”.
Camminammo
per metà corridoio, poi ci fermammo; Federica estrasse 2 chiavi, aprì la porta
e mi disse:
“Questa è la tua nuova casa; ti piace?”
“Ma è bellissima, mobili belli, aria
condizionata, vista sulla strada, cosa posso chiedere di più? ”
“Mi fa piacere”, fece Federica, “ma ora passiamo alla parte burocratica, al
contratto”.
“Si, certo” replicai.
Sul
tavolo della cucina c’era un foglio; mi sedetti, era un contratto di quelli già
compilati ed a cui mancano solo i dati anagrafici. I dati di Federica erano già
scritti, trascrissi velocemente i miei e poi lessi velocemente il testo del
contratto. Mi soffermai sull’importo – 600 euro + 100 euro di cauzione – e poi
proseguii velocemente sino in fondo dove era stata aggiunta un’appendice che
diceva:
“L’inquilino
accetta incondizionatamente quanto esplicitato nell’allegato che forma parte
integrante del presente contratto”
Non vedendo alcun allegato mi rivolsi a
Federica chiedendole lumi. Lei aprì un cassetto dell’armadio ed estrasse un
sacchettino di velluto ed un foglio di carta; era l’allegato al contratto che
così recitava:
1
– Il contratto di locazione di cui il presente allegato è da considerarsi parte
integrante è da intendersi “a tempo indeterminato” salvo rescissione
consensuale. La proprietaria si impegna a non sfrattare l’inquilino e
l’inquilino si impegna a non abbandonare l’appartamento pena la perdita di
tutto l’ammontare della cauzione che mensilmente viene versata contestualmente
all’affitto.
2
– L’inquilino, a tutti gli effetti, fa parte integrante dell’appartamento e
quindi è di proprietà personale della proprietaria dell’appartamento stesso.
Egli deve mettersi a disposizione della proprietaria ogni qualvolta lei lo
riterrà opportuno e, comunque entro le 24 ore successive alla chiamata. Qualora
fosse impossibilitato a farlo, l’inquilino deve darne comunicazione telefonica
e fornire un’adeguata giustificazione.
3
– La disponibilità nei confronti della proprietaria verrà richiesta nell’arco
temporale non coincidente con l’orario di lavoro; l’incontro, salvo diversa
disposizione della proprietaria, si terrà nell’appartamento dato in locazione e
potrà avvenire anche senza preavviso. Tutti i periodi di assenza dell’inquilino
dovranno essere comunicati alla proprietaria senza specificarne il motivo.
4
– La mancata messa a disposizione dell’inquilino nei confronti della
proprietaria nel rispetto degli accordi stabiliti, comporta una sanzione pari
ad una mensilità di affitto, comprensiva della cauzione. La seconda
contravvenzione può comportare una sanzione doppia o la perdita del diritto di
residenza nell’appartamento a discrezione della volontà della proprietaria.
Lessi
e rilessi più volte il foglio, poi il mio sguardo si indirizzò verso Federica
riuscendo a proferire poche parole:
“Ma allora….. significa che….”
Federica
prese il sacchetto di velluto da cui prese una collanina, simile ad un
collarino stretto, di color azzurro, con incise una S ed una F maiuscole e me
lo porse invitandomi ad indossarlo.
“Credevi di liberarti così facilmente di me?
Ricordi cosa ti dissi il primo giorno a casa mia?”
“Veramente mi hai detto tante cose”.
“Tra tante altre cose, ti ho detto:
Significano che da questo momento sei lo SCHIAVO di Miss FEDERICA. E
ricordati di non darmi del tu, anche se vivi qui da solo. ”
Abbassai
la testa, credevo di essere ritornato in libertà ed invece ero ritornato
all’inferno. Pensai qualche minuto sul da farsi, guardai Federica e poi il
foglio, di nuovo Federica e nuovamente il foglio, incerto sul da farsi. Poi
rivolgendomi a Federica, le dissi:
“Ha una penna Padrona?”
Lei
con un sorriso colmo di soddisfazione me la porse ed io firmai prima l’allegato
e poi il contratto d’affitto. Ero definitivamente suo.
Dentro
di me un misto di sensazioni ed emozioni, ma alla fine dei conti avevo bisogno
della casa, di una maledetta casa dove abitare e solo Federica poteva venire
incontro a queste mie esigenze.
Padrona
Federica raccolse il contratto e mi disse:
“Mi fa piacere che tu abbia firmato, che tu
sia un mio inquilino. Non ti devi preoccupare, non è scontato che ti chiami, ma
devi stare all’erta perché potrei suonare alla tua porta o chiamarti al
cellulare in qualsiasi momento e dovrai essere a mia disposizione per tutto il
tempo che vorrò e per fare quello che vorrò. Siamo intesi?”
“Si, Padrona Federica, sarò suo quando lei
lo vorrà”.
“Bene, ora devo lasciarti perché devo
occuparmi della ragazza. Chissà se diventerà una nuova inquilina? Ciao”.
“Arrivederci Padrona Federica”.
Ero
confuso e cercai di illuminarmi le idee andando alla finestra. Vidi la Padrona assieme alla
ragazza incontrata ai giardini pubblici rientrare nel palazzo, probabilmente
per farle fare lo stesso giro che aveva fatto fare a me. All’improvviso suonò
il campanello della porta ed il cuore mi salì in gola. Andai ad aprire e si
presentò davanti un uomo grande e grosso che si presentò dicendomi:
“Sono Lucifero, il portiere del palazzo; per
qualsiasi servizio di cui abbia bisogno non esiti a chiamarmi”
“Va bene”, gli risposi, “grazie”.
Lui si girò e non potei fare a meno di notare sulla nuca un grande
tatuaggio raffigurante una frusta. Ma allora anche lui…? Cosa intendeva per
“qualsiasi servizio”? La storia si faceva sempre più torbida e non trovavo
risposte alle mie domande; ma forse lo schiavo non deve porsi domande né
tantomeno ricevere risposte. Deve solo obbedire.
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